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A.DI.SU. Puglia

Diritto allo studio.. un diritto per POCHI

E’ proprio nella giornata di oggi, 7 Febbraio, nella conferenza Stato-Regioni che si delibererà circa il Decreto Ministeriale sulla Determinazione dei livelli essenziali e requisiti di eleggibilità delle prestazioni per il diritto allo studio universitario portato in approvazione dal Ministro dell'Istruzione Profumo.

Siamo dinanzi ad un decreto che, lungi dal garantire il diritto allo studio e di colmare le lacune del sistema oggi esistente, di fatto impedirà a migliaia di studenti di poter continuare il proprio percorso formativo.

Il decreto infatti prevede una rimodulazione dei parametri per l’erogazione delle borse di studio negando l’accesso al bando di concorso dell’ente Regionale A.Di.S.U. a tutti gli studenti del Sud Italia con reddito ISEE superiore a € 14.300, diversamente da quanto previsto per gli studenti del Nord e Centro Italia che, invece, non potranno accedere alle borse di studio se avranno reddito ISEE rispettivamente superiore a € 20.000 e € 17.150. In Puglia, in modo particolare, fino a quest’ anno accademico il valore ISEE limite per l’accesso al bando per le borse di studio era pari a € 17.000. Questo porterebbe non solo ad acuire le disparità territoriali fra Nord e Sud, penalizzando ulteriormente gli studenti meridionali e affermando il principio secondo cui un diritto sia esigibile in maniera differente a seconda del luogo in cui si beneficia, ma ad una serie di devastanti conseguenze:

- l’esodo forzato degli studenti (con valore ISEE superiore a € 14.300) dal Sud al Nord;

- l’abbandono degli studi da parte dei meno abbienti e di conseguenza lo svuotamento delle università meridionali;

- la mancata iscrizione all’università di migliaia di studenti e studentesse che in assenza di sussidi non potranno più sostenere i costi necessari per proseguire il loro percorso di studi, che dovrebbe essere un diritto e non una benevola concessione.

Inoltre, nel decreto si stabilisce che il fabbisogno finanziario a garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni si poggi in prima istanza sul pagamento della tassa regionale ( che è stata anch’essa rimodulata in tre fasce rispettivamente pari a € 120 per coloro i quali hanno un valore ISEE inferiore o pari a € 17000, € 140 se l’ISEE è compreso tra € 17.000 e € 34.000 e € 160 se superiore a € 34.000, ovvero più del doppio del contributo versato nei precedenti anni accademici in cui la tassa regionale per il diritto allo studio era del valore di € 77.47 ) e, solo successivamente, qualora queste risorse non siano sufficienti, intervengano Regione e Stato, legittimando di fatto la perversa logica per cui gli studenti continuano ad essere i primi finanziatori di un loro diritto.

Pertanto non possiamo che opporci con forza ad un decreto iniquo che lede i nostri diritti e che vede la popolazione studentesca tutta non come una RISORSA ma come un costo da tagliare, un paese che priva di mezzi i capaci ed i meritevoli (soprattutto al Sud) rendendo accessibile il diritto allo studio solo ad una piccola elitè.

Per Azione Universitaria Politecnico

Il Consigliere D’Amministrazione A.Di.S.U.

Loredana Basanisi

 

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